Appunti di Storia dell'arte

Dipartimento di Disegno e storia dell'arte del Liceo "Primo Levi" di San Donato Milanese

Paesaggio urbano

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L’opera di Mario Sironi generalmente intitolata “Paesaggio urbano” conservata alla Pinacoteca di Brera (Milano), ancora non datata con sicurezza ( è da ritenersi che essa sia appena successiva allo scoppio italiano della guerra, pertanto intorno alla fine del 1940, inizi del 1941) presenta al meglio la forza artistica di questo pregevole pittore.

Tralasciando la sua fervenza per il Fascismo,che riguarda esclusivamente l’uomo, ed esaminando la sua natura d’artista, Sironi esprime un inconsueto e dirompente linguaggio che travalica le mere forme per privilegiare la potenza del tratto e della materia pittorica. La degradazione della pittura a materia nel senso più nobile dell’espressione crea lo spunto per una risalita della materia e degli oggetti al livello dell’arte come meditazione drammatica e regno della potenza creativa. Di fatto la stagione sironiana corrisponde ad una radicale rivoluzione nella ricerca figurativa del Novecento e non solo.

Occorre fare i conti con queste pareti desolate, questi cieli plumbei, questi segni industriali degradati e degradanti, questi colori splendidi ed acidi al contempo, queste ombre cupe. Sono certamente memorie di un retroterra drammatico, che collocano i soggetti su di un versante oscuro, soggetti demarcati da segni costruttivi di colore nero, colore nel cui uso egli è maestro assoluto.

Solo oggi ci si accorge dell’imponenza dell’opera di Sironi, ahimè ancora sottovalutata per motivi politici, che nulla hanno a che spartire con l’Arte. Il paesaggio in esame si differenzia dai paesaggi urbani della fine degli anni ’10, innanzitutto per i colori che non sono più “naturalistici”, ma maculati, terrosi, stimolanti, contenenti cioè un mistero che contribuisce al fascino della pittura matura dell’artista.
Inoltre le forme sono trattate con l’accetta, quasi scolpite sulla superficie piatta del supporto e sono frutto di una cultura formale sterminata. Parliamo di caratteristiche che rendono la sua opera immediatamente riconoscibile, pur nelle metamorfosi che si susseguono negli anni. E’ certamente uno dei momenti più alti toccati dall’arte moderna. E’ fuoco quello che sprigiona dal dipinto, fuoco che immerge la scena in una caligine densa che quasi la si può toccare, mentre la scansione degli elementi crea un ritmo sincopato che porta lo sguardo dell’osservatore verso destra, ove una misera casupola si genuflette alle tre ciminiere simili alle canne di un organo ormai sfiancato. I binari che attraversano diagonalmente il dipinto creano nonostante ciò un legame tra i due campi da essi creati, che si rivela nello sconfinamento del secondo binario nel quinto.

Nel campo d’azione della sua produzione, rientrano moltissimi elementi sia del quotidiano che della natura, ma la peripezia dentro la materia lo conduce ai limiti estremi, riagganciandolo ciclicamente al principio che chiarisce tutto l’arco dell’opera di Sironi: la ricerca di espressione, particolarmente visibile quando si confrontano elementi identici di quadri diversi. Mai si troverà uno di essi trattato nello stesso modo. Il senso artistico è sempre colto in pieno, perché nelle sue opere non è mai presente la descrizione delle cose, ma una interpretazione interiorizzata delle stesse e l’imporsi del colore e la stesura perfetta producono un’epidermide annerita che occupa l’intera composizione.

Sagome, a volte elementari, altre più complesse e architettoniche si dilatano attraverso la superficie notturna rivelandosi con il variare delle tonalità o per il segno graffiato del pennello o della spatola. Il colore si fa negazione di luce in un universo che coinvolge nella sua totalità la nostra percezione. Il riferimento della sua estetica va ricercato nei grandi artisti italiani del Trecento – pensiamo a certi paesaggi “metafisici” sullo sfondo dei soggetti religiosi di Giotto o alle opere di Ambrogio Lorenzetti – sottoscrivendo a pieno i postulati della storia dell’arte ed elaborando un catalogo espressivo fatto di strati, addensamenti, incrostazioni, universi materici. In una sola grandiosa visione, Sironi ha insomma concepito e utilizzato elementi oggettuali emblematici, diventando un antesignano ed uno dei massimi rappresentanti del filone espressionista che ha attraversato ed attraverserà nei secoli la storia della pittura come forma d’arte.